A cura di Salvatore Manfredi, ex segretario generale Filca-Cisl Piemonte.

Giovedì 31 gennaio si è spento Giuseppe Giacometto, sindacalista cislino dagli anni ’70 fino agli anni ’90. E’ stato operatore e dirigente sindacale, prima nei metalmeccanici e successivamente nel settore delle costruzioni a livello regionale e torinese. Artigiano falegname,operaio in Fiat e successivamente in distacco sindacale presso la Fim di Torino.

Beppe sapeva unire in modo armonico il suo saper fare (non solo competenze di falegname esercitate in bottega, ma anche la passione e le competenze per tutto ciò che concerneva l’elettronica) con la capacità di analisi e proposte riguardanti le problematiche del mondo del lavoro. Persona dotata di una grande forza di carattere, temperamento, di radicati valori sociali, ha saputo negli anni coltivare con passione e dedizione una grande competenza nella gestione delle complesse vicende sindacali. Si presentava spesso con uno sguardo severo che accompagnava i suoi ragionamenti ricchi di argomentazioni tecniche, funzionali a creare le condizioni migliori di un negoziato con le controparti industriali. Ma nello stesso tempo, era consapevole della necessità di essere capaci di proporre nuovi obiettivi sindacali, corredati da dati che dessero forza alle proposte e rivendicazioni sindacali.

Con la sua tenacia e la forza delle argomentazioni sapeva influenzare il corso delle trattative alle quali partecipava. Anche nelle dinamiche interne al sindacato, Beppe riusciva a mettere in campo questa sua forza di temperamento e passione cercando di favorire lo sviluppo del sindacato e della Filca in particolare. Ma chi lo ha conosciuto un po’ più da vicino, si rivelava una persona dai grandi sentimenti e di una partecipazione emotiva alle vicende umane e sindacali. Nella sua lunga militanza sindacale, ha compreso l’importanza della formazione, alla quale si è dedicato con passione e perseveranza. Ha svolto attività di formatore, soprattutto verso gli operai, ai quali con precisione e metodo insegnava la tutela della busta paga e i diritti sindacali. Anche nella sua sfera religiosa, Beppe ha messo la sua passione e il suo ardore di uomo di fede. Una fede, in ricerca, in ascolto dei tempi, capace di interrogarsi costantemente su cosa significasse essere uomini di fede nelle fabbriche e nel mondo del lavoro. Ha partecipato e condiviso i percorsi della chiesa conciliare in Piemonte(per lui un esempio la vita e le scelte di Carlo Carlevaris, prete operaio da poco scomparso). Era propugnatore di una chiesa capace di parlare agli “ultimi”.

Ci ha lasciati un uomo che ha inteso il sindacato come servizio, lontano dai riflettori ha saputo con umiltà e tenacia dare un segno alla propria vita. La sua scomparsa lascia in noi un vuoto, ma nello stesso tempo ci consegna il messaggio della speranza, della perseveranza, capace di aggiungere vita ai nostri giorni.

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